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Pasqua 2021: Lettera dal monastero

Carissimi Amici,

fin dal mercoledì delle Ceneri ci stiamo preparando con desiderio e impegno al cammino quaresimale che ci porterà al gaudio della Pasqua di Risurrezione. Infatti questo cammino, anche se si presenta un po’ austero, in realtà sfocia nella gioia più vera, perché il mistero di morte e risurrezione di Cristo è il poema dell’amore e della misericordia di Dio in modo davvero impensabile. Egli, infinita Beatitudine, ha creato l’uomo solo per avere qualcuno da amare al di fuori della Trinità Beata e quando l’uomo gli ha voltato miserevolmente le spalle, non ha voluto rinunciare al suo piano d’’amore: unendo giustizia e misericordia infinite – cosa che noi non sappiamo fare! – è giunto a dare il suo Figlio Diletto, come vittima di espiazione, per riportare l’uomo alla sua dignità, anzi ha voluto farne il suo figlio di adozione in Cristo.

Il cammino quaresimale deve iniziare anzitutto con l’imitare il Padre celeste nel suo amore e misericordia infinita: dobbiamo quindi amare i nostri fratelli con la tenerezza e l’amore di Lui. Proprio per la situazione di sofferenza e di solitudine che la pandemia ci fa vivere, dobbiamo essere buoni e benevoli, con ogni nostro fratello a cominciare da coloro che vivono o lavorano con noi; ce lo raccomanda anche la Parola di Dio che in questo tempo ripete spesso che il digiuno che il Signore vuole non è quello che si mostra esteriormente, ma la carità verso i fratelli (Is 58,1 ss). Nel bel ritiro mensile che abbiamo fatto il giovedì dopo le Ceneri, ci è stato ribadito questo concetto. Il predicatore ci ha detto infatti: per la Quaresima dovete fare un solo proposito: rendere felici le vostre Consorelle, cioè coloro che vivono insieme a noi!

Per farvi partecipi della nostra vita, vi diciamo ora come abbiamo vissuto il giorno delle Ceneri. Abbiamo iniziato la preparazione alla Quaresima la domenica precedente cambiando tutte la nostra cella e spostandoci in quella che ci veniva indicata dalla Madre. È una piccola cosa, ma che aiuta il distacco e dà un senso di novità di vita, soprattutto se fatto con amore e buono spirito.

Il giorno delle Ceneri, prima della S. Messa ci siamo riunite in Capitolo, abbiamo ascoltato il canto del capitolo 49 della Regola di S. Benedetto che parla della Quaresima; la Madre ha distribuito a ciascuna un libro da leggere e meditare insieme alla S. Scrittura in questo tempo di deserto. Seguendo le esortazioni della nostra Regola, ognuna ha preparto per scritto e sottoposto alla Madre un programma spirituale, in cui ha segnato quel di più del consueto sevizio che ha pensato di offrire con gioia e amore al Signore. Quindi abbiamo ascoltato il sermone della Madre con un programma comunitario da unire a quello personale. Infine siamo scese in chiesa per la celebrazione eucaristica con l’imposizione delle ceneri e così abbiamo iniziato concretamente, ben equipaggiate, il nostro cammino di conversione, tenendo presente tutto il mondo e ogni fratello con le sue difficoltà e preoccupazioni. Naturalmente nella nostra intensa preghiera ricordiamo prima di tutto ciascuno di voi, carissimi Amici.

Quanto al resto non ci sono novità, perché l’accoglienza in questo tempo calamitoso non si può fare; i lavori, che sarebbero urgenti, sono ancora fermi, in attesa di una situazione migliore. Stiamo sperimentando ogni giorno le delicatezze della Provvidenza che si fa presente attraverso di voi e su cui contiamo molto per quando inizieranno i lavori che ormai sapete (tetto della chiesa, alcune parti del tetto del monastero, risanamento di parti attaccate dall’umidità, ecc.)

Ringraziamo il nostro Vescovo Valerio del messaggio per l’inizio della Quaresima, raccomandando anche lui la comprensione fraterna, reciproca, le opere di carità, e sostenendo la speranza e la fiducia di tutti con la sua parola affettuosa, rasserenante e stimolante la nostra fiducia in Dio. Per Mons. Vescovo e tutta la Diocesi la nostra preghiera e offerta è sempre molto intensa!

Fin da questo momento vogliamo farvi giungere il nostro augurio più intenso e l’eco anticipata dell’alleluia che al termine di questo cammino sgorgherà nel cuore di quella notte beata più luminosa del giorno. E anche noi non troviamo parola più bella da rivolgervi del saluto che Gesù Risorto apparendo ai suoi “la sera di quello stesso giorno” donò loro “Pace a voi!”.

Per questo chiediamo ora al Signore che voglia essere ancora Lui a ripetere pure a voi, attraverso l’augurio che noi vi rivolgiamo nel suo stesso amore, il “suo” saluto di benedizione: “Pace a voi!”, al di sopra di tutte le sofferenze e necessità di questo tempo  di pandemia.

La pace… questo ineffabile dono pasquale che ci è stato ottenuto dalla morte di Cristo, egli che ha rappacificato nel sangue della sua croce le cose del cielo e  quelle della terra; questo dono che per la grazia è già, tutto, a nostra disposizione ma che troppo spesso non sappiamo cogliere perché, stoltamente cedendo alle insinuazioni del maligno, fuggiamo il luogo in cui esso germoglia, luogo che resta pur sempre il silenzio di una croce  abbracciata e vissuta per amore, come lo fu per il Signore.

La pace… i discepoli dovevano percepirne tutto l’incanto vicino a Gesù in quei quaranta giorni seguiti alla risurrezione, quando egli in una libertà che sconvolgeva le loro categorie mentali, veniva, appariva, si faceva loro compagno nel cammino, entrava ignorando tutte le porte chiuse dei loro molti timori. La pace era l’atmosfera che essi respiravano accanto a Lui, come il riflesso della stabile quiete, della sovrana bellezza di quel mondo divino d’amore in cui egli era entrato per sempre, primogenito di molti fratelli. E quando si sottraeva al loro sguardo, la pace era l’alone che restava di Lui, il suo sigillo impresso sulle umili cose di ogni giorno.

Carissimi Amici, tutto ciò non è un sogno o una nostalgica reminiscenza del passato, che urta bruscamente con la nostra vita tormentata di oggi. No, Cristo vive, vive per sempre, vive oggi e oggi ripete ancora a ciascuno: “Pace a voi!”, e si dona nuovamente a noi, come già allora, per essere la nostra pace.

Al bisogno di pace degli uomini non possiamo rispondere con “parole”, ma con la vita, una vita che accolga integralmente tutto il messaggio di Cristo e le sue esigenze e così estenda e prolunghi Lui nel tempo e nello spazio.

Voglia il Signore concederci come dono pasquale la grazia di saper accogliere nella nostra vita la pace che è Lui e saperla poi costruire umilmente e gioiosamente nella fedeltà quotidiana al suo amore. Allora conosceremo anche noi e potremo comunicare a tutti voi la felicità e la dolcezza che fioriscono dal suo saluto: “Pace a voi! Alleluia!”

Buona e Santa Pasqua a tutti voi, Carissimi Amici, a cui siamo grate per la vicinanza spirituale e il supporto materiale per i bisogni e la manutenzione del Monastero. Grazie!

La Madre Abbadessa e la Comunità monastica di S. Maria sopra Claro

ORARIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE NELLA CHIESA DEL MONASTERO

PER IL TRIDUO PASQUALE

1 aprile Giovedì Santo                       ore 18    Messa in Cena Domini

2 aprile Venerdì santo                       ore 15    
Solenne Azione liturgica con Celebrazione  della Passione del Signore

3 aprile Sabato Santo                       ore  22  Solenne Veglia Pasquale

4 aprile Domenica di Pasqua             ore 9,45 Terza e S. Messa solenne                                  

                                                            ore 17   Vespri solenni

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